Il digiuno

E’ sempre opportuno per il benessere dell’organismo intraprendere un digiuno, ma soprattutto è indicato in un periodo in cui ci si sente intossicati a causa di una errata alimentazione, per una fase di stress intenso o per aver fatto delle cure farmacologiche impegnative (chemioterapia, antibiotici ). Il digiuno innesca nell’organismo una serie di meccanismi  fisiologici di disintossicazione aiutando fegato e rene ad eliminare le tossine, e contemporaneamente l’organismo “si dedica” ad attività di riparazione di danni tessutali e cellulari e al ripristino della corretta funzionalità delle cellule. Per effetto di questi meccanismi la tossicità  emerge a livello degli organi emuntori e si manifesta con alcuni sintomi quali debolezza, cefalea,urine cariche e maleodoranti, feci diarroiche, lingua impaniata ecc., tutti sintomi che tendono ad attenuarsi  man mano che la disintossicazione ripulisce  l’organismo.

A livello energetico il digiuno, dopo una breve fase iniziale in cui vengono utilizzate le riserve di glicogeno (zucchero) epatiche, comincia ad  utilizzare il tessuto adiposo scindendo le molecole in glicerolo e acidi grassi .A partire dal secondo-terzo giorno di digiuno  il fegato metabolizza  gli acidi  grassi trasformandoli in corpi chetonici che possono essere utilizzati da tutte le cellule per la produzione di energia. La presenza di acetone nelle urine è quindi fisiologica e indica che il digiuno è entrato” nel vivo” dei suoi processi: infatti i corpi chetonici sono composti ad elevata energia che garantiscono alle cellule un flusso continuo di substrati energetici. A partire da questa fase migliora il benessere soggettivo, ci si sente più energici e vivaci sia a livello muscolare che cerebrale, l’umore migliora decisamente e non si avverte la sensazione della fame. Anzi i benefici più marcati si avvertono proprio a livello della performance dei neuroni che dalla situazione energetica del digiuno traggono straordinari vantaggi.

Lo scioglimento dei grassi è anche il presupposto per l’eliminazione delle tossine che spesso essendo composti lipofili  si vanno ad accumulare proprio nel tessuto adiposo e con il digiuno vengono tirate fuori  ed eliminate.

Le modalità con le quali si può intraprendere un digiuno sono varie e ciascuna presenta dei benefici ampiamente riconosciuti dagli  studi scientifici, è utile comunque che il programma digiuno sia personalizzato sulle necessità e sulle aspettative di chi lo fa.

  • Digiuno di un giorno : è il livello base che noi consigliamo a chi sperimenta il digiuno per la prima volta, anche autogestito a casa propria. E’ importante per monitorare la propria reattività nei confronti dell’astensione dal cibo, per scoprire nuove sensazioni. Ovviamente il livello di disintossicazione è modesto, tuttavia è utile per far riposare l’apparato gastroenterico e i sistemi che regolano l’omeostasi metabolica.
  • Digiuno intermittente (INTERMITTENT FASTING): è una modalità particolare che consiste nell’alternare giorni di digiuno a giorni di alimentazione leggera. Molti studi hanno dimostrato benefici in termini di perdita di peso, abbassamento della glicemia e del colesterolo.
  • Digiuno di tre giorni: consente di interessare il tessuto adiposo e produrre uno stato di chetosi, ottenendo un buono stato energetico  senza avere fame.
  • Digiuno prolungato :  questa modalità dovrebbe essere affrontata sotto la supervisione di un medico o un esperto di digiunoterapia. Il digiuno si può protrarre per una settimana  che è la giusta durata per raggiungere un ottimo livello di disintossicazione in un soggetto sano o prolungarlo a 2-3 settimane fino alla durata massima di 30giorni. Quest’ultima modalità è utile per chi si sottopone al digiuno per curare alcune patologie come il diabete, l’obesità, malattie cardiocircolatorie, malattie infiammatorie ecc.

Nel digiuno prolungato la perdita di peso è molto rilevante; dopo aver perso in media 4-5 kg nella prima settimana, nel prosieguo si può continuare a dimagrire fino a  2-3kg a settimana attribuibili a perdita reale di tessuto adiposo. In totale un soggetto obeso può perdere in un mese di digiuno oltre 10 kg di peso SENZA  PROVARE  FAME.

Ma i benefici del digiuno prolungato sono moltissimi al di là del dimagrimento, per citarne alcuni : è  un efficace metodo per malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, il lupus, la colite ulcerosa, cura  le malattie cardiovascolari ed in particolare l’ipertensione arteriosa, migliora o addirittura guarisce il diabete mellito  ripristinando l’efficacia dell’azione dell’insulina endogena, migliora le malattie neurodegenerative stimolando le capacità rigenerative dei neuroni.

Ecco alcune modalità di azione del digiuno  a livello cellulare che sono state evidenziate attraverso gli studi scientifici più recenti:

  • Il digiuno attraverso specifici recettori cellulari (PPAR alfa) stimola il metabolismo energetico delle cellule, favorisce il ricambio dei mitocondri ( le centrali di produzione dell’energia), ottimizza i processi energetici riducendo la produzione di radicali liberi.
  • Il digiuno modula le reazioni di stress riducendo l’impatto negativo degli agenti stressogeni più potenti sull’organismo.
  • Il digiuno attiva tutta una serie di meccanismi di protezione e di riparazione dei danni subiti dalle cellule, in particolare del DNA, restituendo la piena funzionalità cellulare.
  • A livello metabolico il digiuno migliora il metabolismo del glucosio, rimuove le cause che alimentano l’insulinoresistenza, abbassa il colesterolo e i trigliceridi e agisce globalmente contro i fattori di rischio vascolare che causano infarto e ictus.
  • Il digiuno rimuove gli stati infiammatori agendo sinergicamente su vari meccanismi flogistici, in particolare sulla LEPTINA, potente attivatore della cascata infiammatoria di derivazione lipidica.
  • Come dimostrato da ricercatori italiani, il digiuno modula in modo mirabile la proliferazione cellulare attraverso l’induzione del meccanismo dell’autofagia, riduce il rischio di tumori, promuove il rinnovamento di cellule e tessuti e contrasta i fenomeni di invecchiamento.
  • Il digiuno ripristina la piena funzionalità dell’intestino, in particolare la funzione di barriera che impedisce l’accesso di sostanze tossiche e allergeni e la flora batterica che sostiene la produzione di vitamine e la motilità del colon.
  • Il digiuno prolungato induce un dimagrimento fisiologico riducendo consistentemente la massa grassa mentre la massa magra viene interessata solo marginalmente.
  • Il digiuno attiva la produzione di fattori trofici per i neuroni quali BDNF e GDNF che migliorano la funzionalità cerebrale e contrastano l’insorgenza delle malattie neurodegenerative come M. di Alzheimer e M. di Parkinson.

Il digiuno in pratica. E’ preferibile digiunare in primavera ed in autunno quando il clima è ideale e contemporaneamente si sente la necessità di  prepararsi alla stagione estiva o invernale. Quando si decide di digiunare è bene mettersi a riposo ed annullare i propri impegni; come detto i digiuni brevi si possono affrontare da soli magari consigliandosi e rimanendo in contatto con un esperto. Il digiuno prolungato è opportuno condividerlo in un’esperienza di gruppo sotto la guida di un medico in modo da poter affrontare adeguatamente le fasi di crisi. Per la buona riuscita del digiuno è necessario eliminare l’assunzione di farmaci, sotto la guida del medico.

Si devono bere molti liquidi, acqua naturale, succo di limone e tisane disintossicanti (almeno tre diverse nel corso della giornata, diuretica, depurativa epatica e rilassante ) in modo di facilitare l’eliminazione delle tossine.  Si possono fare passeggiate ed una moderata attività fisica, ma si avverte  soprattutto  la necessità di riposare e di dormire.

La rialimentazione dopo il digiuno deve essere particolarmente curata. Si ricomincia con centrifugati di mela, carota o sedano per poi passare gradualmente alle  verdure crude e cotte, brodi di verdura monitorando la funzionalità intestinale e senza mai forzare il  senso della fame. In un secondo tempo vengono reintrodotti cereali, legume e infine proteine animali.

Il digiuno è un efficace mezzo per  risvegliare il metabolismo energetico e l’attività della tiroide per cui non si corre il rischio di ingrassare alla ripresa alimentare. Certamente a distanza di mesi se si riprendono le cattive abitudini alimentari, si possono vanificare tutti gli effetti favorevoli del digiuno.

Il digiuno è sconsigliato in pochi casi quali insufficienza renale,cirrosi o altre malattie epatiche.

Anche saltare un pasto o fare un brevissimo digiuno dalla mattina alla sera secondo le modalità del Ramadan islamico produce effetti positivi sulla salute. Negli USA  si è affermato un filone di ricerca che studia la nutrizione umana proprio dal versante del numero di pasti giornalieri.

Quindi può far bene saltare saltuariamente un pasto come fare un giorno di digiuno ogni tanto, quando l’organismo lo richiede.

OBIETTIVI    DEL    DIGIUNO

E’ utile che quando si affronta l’esperienza del digiuno si discuta con il terapeuta sugli obbiettivi che si intendono conseguire. Può trattarsi di un buon livello di disintossicazione o di un obbiettivo più ambizioso come il miglioramento di una condizione patologica in atto. Questa programmazione consente di lavorare con un preciso indirizzo terapeutico,  verso il quale dovranno convergere tutte le energie mobilizzate.

Non sempre è così evidente l’obiettivo  di un digiuno quando lo si intraprende, ma di sicuro lo si può inquadrare in corso d’opera.  Questo accade inevitabilmente perché il lavoro del digiuno fa emergere le problematiche di maggior rilievo, sulle quali deve essere indirizzata prioritariamente l’attenzione.